L’incontro di ieri 26 settembre
2012, al Ministero dello Sviluppo Economico, non ha fatto fare passi in avanti
alla vertenza Nokia Siemens Networks, ma ha prodotto l’unico risultato di fare
slittare ancora di qualche giorno l’appuntamento al Dicastero del Lavoro, dove
si deciderà se la partita è definitivamente chiusa con il mancato accordo,
oppure con un ripensamento dell’azienda sull’uso della Cassa Integrazione come
strumento aggiuntivo utile ad attutire l’impatto della riorganizzazione.
L’azienda non ha saputo dare
risposte sul tema delle azioni positive per rilanciare attività di business al
di fuori dei confini di NSNI. C’era
l’impegno ad attivarsi per reperire soggetti industriali interessati a farsi
parte attiva per garantire occupazione e attività ma nei fatti, nulla di
concreto. Nel concreto invece c’è un rimpallo imbarazzante di
responsabilità tra azienda e Istituzioni, tra chi deve promuovere eventuali
azioni positive. Sta di fatto che se NSNI non ha intenzione di cedere parte
delle sue attività (MICROWAWE/ SERVICE/ ecc.), non si capisce bene quindi, che
ruolo dovrebbero avere eventuali soggetti industriali alternativi a NSN, su
l’eventuale progetto di re-industrializzazione dell’area. Va sottolineato come
imbarazzante la vicenda legata al MICROWAWE, dove NSN ha venduto i brevetti ma ha
fatto si che i lavoratori di quell’area siano compresi nella vertenza attuale e
quindi considerati esuberi.
La proposta sindacale mirata ad
evitare la dispersione delle professionalità con i licenziamenti utilizzando la
Cassa Integrazione Straordinaria, deve essere sostenuta da processi veri di
ricollocazione, riqualificazione e riorganizzazione aziendale.
Continuiamo a sostenere che azioni
di risparmio intelligenti possano essere soluzioni alternative ai
licenziamenti.
Agire sui costi fissi,
sui benefits, sulle politiche commerciali, sull’attenzione al mercato
partecipando in modo qualificato alle gare (senza perdere opportunità),
costruendo progetti di partecipazione allo sviluppo dell’Agenda Digitale,
sarebbero attività concrete finalizzate a costruire un ponte tra la crisi e lo
sviluppo che, a detta anche del membro del board, Hans-Jürgen Bill,
vedrebbe NSN ancora protagonista nel prossimo triennio in Italia.
Allora le soluzioni sono
possibili!!!
C’è bisogno di una forte assunzione di responsabilità
dei manager italiani, devono farci capire con chiarezza cosa vogliono fare e
dove intendono portare l’azienda in Italia
C’è spazio e tempo
da qui al prossimo appuntamento del 9 ottobre per costruire una intesa che
permetta ai lavoratori di:
11)
accedere al bando
volontario con una incentivazione degna e rispettosa della loro professionalità
(maggiore quindi di quella proposta fino ad oggi), e avere a disposizione un
periodo più lungo con gli ammortizzatori sociali che, con un forte sostegno da
parte di NSN, possano coadiuvare il soggetto a ricercare occupazione
all’esterno e/o riqualificarsi su posizioni interne all’azienda.
22)
Costruire nell’arco di
qualche mese, con l’attività di sostegno da parte delle Istituzioni locali,
opportunità di ricerca di soggetti industriali interessati a valorizzare le professionalità
dei lavoratori di NSN (anche in settori diversi ma adeguati alle competenze
professionali), rendere operativo il piano di formazione di FONDIMPRESA già firmato
tra azienda e sindacato da utilizzare nei prossimi mesi, abbinato agli
ammortizzatori sociali, per la gestione di questa vertenza.
33)
Aprire un vero tavolo di
confronto con il sindacato per attuare il piano di armonizzazione dei
trattamenti interni all’azienda, e favorire risparmi a 360° (benefits, auto
aziendali, orari, favorire telelavoro, utilizzo di part-time ecc.), utili e
alternativi ai licenziamenti.
44)
Riposizionare l’azienda su
nuove opportunità di business utilizzando i canali di formazione professionale
per mantenere e rendere adeguata ai cambiamenti le professionalità ad oggi
esistenti in NSN, disegnando in modo autentico le attività “core”, per essere
competitivi nei prossimi anni.
La Cassa
Integrazione quindi, al di là di come la si attuerà, non dovrà essere un
parcheggio statico in attesa del licenziamenti, ma un sostegno ai lavoratori
per attuare tutte le iniziative utili a mantenere occupazione e professionalità
dentro e fuori i confini aziendali. Abbattere il numero degli esuberi è una
prospettiva concreta e raggiungibile, dipende tutto dagli impegni che i
dirigenti italiani sono in grado e hanno voglia di prendersi.
Nulla impedirà a
NSN di attuare il suo piano di smantellamento delle attività in Italia, ma se l’intenzione non è questa, e il
membro del board ieri l’ha ribadito, si può costruire un accordo che serva a
guadagnare tempo, creare opportunità alternative alla disperazione dei singoli,
traguardare un periodo che alla lunga favorirebbe lo sviluppo d’impresa anche
per Nokia Siemens, o per quello che nei prossimi anni diventerà. Se le
parole di Hans-Jürgen Bill corrispondono al vero, cioè che il board ha interesse a
mantenere intatto il valore industriale di NSN, allora le nostre proposte
dovrebbero essere prese seriamente in considerazione dalla dirigenza italiana,
altrimenti è la stessa dirigenza italiana ad essere in contraddizione con le
parole board.
Il MANCATO ACCORDO rappresenterebbe invece
il totale disastro di una situazione che, con qualche mese di tempo in più eviterebbe licenziamenti senza paracadute
e quindi eviterebbe: drammi
famigliari, tensioni sociali, cattiva immagine per l’azienda, massicce azioni
legali cui effetti sono ad oggi inimmaginabili per chiunque, azienda compresa. NE VALE DAVVERO LA PENA???
Abbiamo dimostrato
insieme a FIOM e UILM dall’inizio di questa vicenda di voler essere un
SINDACATO RESPONSABILE, e con le proposte che ancora mettiamo sul tavolo lo
stiamo dimostrando. Non vorremmo che per l’inerzia degl’altri soggetti in campo
(azienda e istituzioni), il prezzo finale lo debbano pagare solo i lavoratori!!
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